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Intervista con Luigi Vanore, esperto di Project Management

Incontriamo Luigi Vanore, esperto di Project Management, imprenditore nella Consulenza e nella Formazione, aiuta le aziende e le organizzazioni ad affrontare con successo progetti complessi, innovativi ed estremamente ambiziosi

A4pm, la società di Luigi che si occupa di Project Management, era alla ricerca di uno strumento semplice da usare per permettergli di costruire una didattica individuale da svolgersi tramite contenuti digitali (video, slide, esercizi a risposta multipla, focus di approfondimento…) ma anche favorire la creazione di una community all’interno della quale si potessero condividere sapere e conoscenze (social learning).

·  Luigi, raccontaci del primo incontro che hai avuto con Qltech e la soluzione Learning Objects.

Luigi Vanore

La prima impressione è stata ottima, principale motivo della scelta finale. L’interlocutore si è presentato bene (abbigliamento e ambientazione), ha immediatamente aperto la condivisione dello schermo esponendo i punti di forza della piattaforma e-learning in maniera ordinata e convincente. Il suo modo di porsi è stato gentile, senza fretta, ha dato spazio all’ascolto delle esigenze del potenziale cliente ed ha risposto a tutte le domande.

·  Qltech come ha risolto o gestito la vostra richiesta? Avete ottimizzato la vostra attività?

Con Qltech abbiamo avuto un partner piuttosto che un fornitore. Ha capito che si vince insieme nel business per cui si è sempre posto in ascolto ed al servizio del cliente. Siamo così riusciti ad utilizzare la soluzione software al meglio per il nostro business favorendo la soddisfazione dei nostri clienti e di quelli nuovi che “prima” non potevamo raggiungere.

·  Come sono state gestite le richieste che avete fatto nelle settimane/mesi successivi all’utilizzo di Learning Objects?

Abbiamo configurato insieme l’attestato di fine corso, inoltre alcune richieste non urgenti sono state gestite tramite ticket dall’help desk di supporto che ha sempre risposto prontamente in breve tempo

·  Gli utilizzatori finali della piattaforma quali feedback vi hanno dato in termini di semplicità d’uso e fruibilità dei contenuti?

Tutti hanno confermato la facilità d’uso e la sua comodità di fruizione da qualunque device (PC, tablet e smartphone).

·  Considerazioni finali

Personalmente sono molto soddisfatto di questo strumento. Convinto del fatto che “ad ognuno il suo mestiere”, non ho mai immaginato di costruire da solo una piattaforma e-learning per il project management ma avrei solo voluto riempire contenitori vuoti dei contenuti. Così è stato.

La mia società è una pura società di consulenza e formazione in Project Management, avevo bisogno di uno strumento che mi permettesse di soddisfare la richiesta di tante persone che avrebbero voluto studiare e specializzarsi in project management ma non avevano il tempo di partecipare ai classici corsi in presenza oppure online sincroni, per impegni di lavoro e familiari, così con questa soluzione abbiamo trovato la perfetta risposta ad un’esigenza molto concreta.

Luigi Vanore, titolare A4PM

Inoltre ho ottimizzato al massimo la risposta ad un’esigenza perché a questa modalità formativa ho associato la possibilità di incontrare il docente online in cadenzati momenti, permettendo di avere un’esperienza formativa anche migliore rispetto ai corsi classici:

  • Ogni studente studia in autonomia quando vuole e in qualunque luogo
  • Lo studente può rivedere quante volte vuole i video del docente
  • Lo studente può incontrare il docente per essere interrogato o per porre domande di chiarimento
  • Lo studente può incontrare altri studenti per condividere esperienze, dubbi, argomenti di studio

Il Project Management è una disciplina prettamente anglosassone, il cui approccio è pianificare prima tutto il possibile e poi partire ad eseguire il piano.

Noi invece siamo “latini”, non siamo abituati a pianificare, anzi lo consideriamo una perdita di tempo, cominciamo immediatamente a “fare” e poi con il “talento” cerchiamo in qualche modo di raggiungere il risultato. Sono dell’idea che l’italiano, che è imbattibile più di chiunque altro a gestire il caos, se vestisse questo “abito anglosassone”, avrebbe le carte in regola per diventare il miglior project manager del mondo.

Oggi come oggi, sia nelle aziende piccole che nelle multinazionali vi è un dilagante modo di fare del management: mettono il cappello di “project Manager” all’ingegnere, uomo, a cui non si sa che carriera fargli fare. Sembrano escluse le donne, a meno di quelle aziende quasi totalmente femminili, per cui questo ingegnere che non ha mai studiato il project management, tenterà di adoperarsi con metodi e strumenti mai studiati per gestire persone, denaro ed il tempo … cosa pericolosissima, perché solo fondandosi sul proprio intuito e bagaglio esperienziale, non saprà gestire l’incertezza tipica di tutti i progetti e nella migliore delle ipotesi farà fuggire il suo team e non raggiungerà gli obiettivi prefissati nei tempi e nei costi preventivati… generalmente un disastro!

Servono competenze, sia nelle aziende private che nella pubblica amministrazione, in grado di affrontare e gestire i progetti con disciplina e professionalità, anziché adoperarsi senza un criterio come nel film “Io speriamo che me la cavo” del 1992 diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Paolo Villaggio, tratto dall’omonimo libro di Marcello D’Orta.

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